Dietro le quinte: le tecniche utilizzate
Timelapse iniziale Via Lattea Bormio 3000 (00:12 – 00:16)
Francesco e Andrea hanno scattato una foto diurna del panorama di Bormio 3000. Utilizzando Photoshop hanno fatto in modo che sembrasse notte e hanno scontornato la sagoma della montagna, senza il cielo. In After Effects hanno poi montato, al posto del cielo, un timelapse della Via Lattea già in loro possesso e in Davinci Resolve hanno sistemato i colori della foto e del timelapse per renderli tra loro omogenei.
Questa tecnica, al posto di un vero timelapse notturno, è stata adottata per i seguenti motivi:
- la sicurezza di avere la montagna ben visibile
- la certezza di avere la Via Lattea nella posizione corretta
- la possibilità di scegliere più liberamente l’inquadratura.
Inquadratura mago con oggetti che fluttuano (00:19 – 00:23)
Sul set è stata girata prima l’inquadratura con il mago a velocità normale. Poi, tenendo fissa l’inquadratura, sono stati girati gli oggetti in slow-motion, uno alla volta, tenendoli appesi con un filo di nylon, facendoli fluttuare.
In After Effects gli oggetti sono stati scontornati ed è stato fatto un compositing con l’inquadratura del mago.
In Davinci Resolve tutto è stato resto più omogeneo.
Passaggio dal mago al rider (00:32 – 00:55)
Francesco e Andrea hanno prima girato l’inquadratura con il rider, Alessandro Pigorini. Poi, hanno girato la stessa in slowmotion, per avere l’effetto della terra che cadeva dal cielo. Con l’inquadratura sono partiti dietro a un pannello nero, alla cui base vi era legato un ramosciello, e spostandosi con la camera dall’alto verso il basso, veniva svelato il bosco in cui si cimentava nella propria azione il rider.
Successivamente, sempre in slowmotion, è stata girata l’inquadratura del mago, partendo dal dettaglio della mano e arrivando nel nero, dietro al pannello.
Mettendo in fila le due inquadrature è stato ottenuto il passaggio dalla baita di montagna alla pista da downhill.
Passaggio rider giorno/notte inquadratura finale (02:18 – 02:28)
Stesso metodo della Via Lattea iniziale, con l’aggiunta di un’ulteriore maschera in After Effects per fare “entrare” la notte nell’inquadratura.